lunedì 2 gennaio 2023

 II. Sviluppo della teoria comunista

 

 A. La teoria marxista dell’alienazione


 Introduzione

 Oggi ci sono varie interpretazioni del Comunismo. Tuttavia, le differenze fra loro sono in primo luogo di natura tattica, riguardanti il modo in cui raggiungere più efficacemente la trasformazione rivoluzionaria del mondo. Tutte le forme di Comunismo sono basate sulle teorie di Karl Marx che, insieme a Friedrich Engels, fu l’autore del “Manifesto Comunista” nel 1848. Nessuno stato comunista rinnega gli aspetti fondamentali delle sue teorie, più specificatamente: il materialismo dialettico, il materialismo storico e le teorie economiche de “Il Capitale”. Marx è veramente il fondatore del Comunismo, e chiunque voglia comprendere il Comunismo deve iniziare da Marx.

 In questo capitolo, esaminiamo la persona di Karl Marx, il suo ambiente, la sua personalità e le filosofie che influenzarono lo sviluppo delle sue teorie. Esamineremo inoltre:

 1° La dottrina marxista, inclusa la teoria dell’alienazione.

 2° Gli errori fondamentali del Marxismo

 3° La visione del mondo di CAUSA.

 1. L’era di Marx e la nascita di un pensiero

 La Rivoluzione Francese del 1789 e le guerre napoleoniche che seguirono introdussero un nuovo liberalismo in Europa. Dopo un quarto di secolo di disordini, Napoleone fu alla fine sconfitto nel 1814, e i rappresentanti delle nazioni vittoriose si incontrarono a Vienna, determinati a restaurare l’ordine precedente al 1789 .

Sulla base del Congresso di Vienna, fu ricostruito per qualche tempo il vecchio ordine europeo, ma le insurrezioni liberali scoppiarono con sempre maggior frequenza. Le reazioni ad esse furono spesso violente. Il Parlamento inglese fece passare nel 1819 i durissimi Sei Atti contro le attività radicali ed in Francia l’aristocrazia inaugurò il “terrore bianco” contro i repubblicani. Nella Confederazione Tedesca, Metternich persuase i principi ad adottare i repressivi Decreti di Carlsbad nel settembre del 1819.

 Anche gli sviluppi economici in questo tempo furono altamente significativi. L’Inghilterra, al principio del 19° secolo, era, per i commerci, in testa a tutti gli altri Stati, e fu qui che ebbe inizio la rivoluzione industriale, che si estese poi al Belgio, alla Francia settentrionale e poi verso est. Sebbene la maggior parte delle persone del 18° e del 19° secolo vivesse meglio, in genere, degli uomini del 15° e 16° secolo, c’era anche molta sofferenza.

 Individui e famiglie venivano sradicati dai loro villaggi, fattorie e tenute feudali. La rapida crescita dell’industria fu accompagnata dal cattivo trattamento dei lavoratori. Nelle zone industriali dominavano disoccupazione, malattia e crimine.

 Inoltre, in mezzo al miglioramento delle condizioni economiche generali, si verificava un percettibile allargamento del divario esistente fra gli elementi più poveri e quelli più ricchi della società. Se questo fosse o no inevitabile, rimane ancora una questione aperta. Ma rimane il fatto che durante questo periodo vi erano grandi disordini sociali ed un profondo senso di incertezza. In nessun altro luogo ciò era più evidente che in Germania, dove le riforme dei 15 anni dal 1805 al 1820 avevano alterato la struttura politica ed economica, ma erano state incapaci di stabilire una tradizione di governo liberale e di solidarietà nazionale. Le fondamenta della coscienza borghese e della prosperità materiale sulla quale l’Inghilterra e la Francia avevano costruito le loro istituzioni rappresentative erano ancora assenti ad est del Reno.

 Questo era l’ambiente di Karl Marx.

Nessun commento:

Posta un commento